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Nuoto

Nuoto

Il nuoto paralimpico è una disciplina prevista nelle attività gestite dalla FINP, Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, riconosciuta dal CIP quale federazione sportiva paralimpica nel 2010. Possono partecipare a questo sport atleti con differenti disabilità: visive, cerebrolesioni, amputazioni e compromissioni agli arti, lesioni midollari e disabilità intellettive ma, queste ultime, solo riferite all'alto livello e non nelle attività di avviamento. È possibile imparare e praticare ogni stile previsto dal regolamento FINA, sono però presenti alcuni adattamenti quando necessari. Il nuoto paralimpico non prevede l'utilizzo di ausili, per cui, le caratteristiche del galleggiamento, la velocità e la resistenza esprimibili dall'atleta non possono essere artificialmente modificati o sostenuti. La competizione avviene secondo un sistema di 14 classi sportive. Da S1 a S10 per le disabilità fisiche (S1 disabilità più gravi ed S10 minime), da S11 (ciechi) a S12 e 13 (ipovedenti) per le disabilità visive e gli S14 (disabilità intellettive). Le classi sportive sono assegnate non per aspetti medici simili ma per funzionalità residue assimilabili. Il programma del nuoto prevede gare individuali in ognuno dei 4 stili (stile libero, dorso, rana e farfalla), nei misti e gare di squadra (staffette). La distanza minima di gara è di 50 metri e la distanza massima è di 400 metri. Le competizioni vengono svolte in piena autonomia ad eccezione delle gare cui prendono parte atleti non vedenti o ipovedenti; per questi è previsto l'utilizzo di un ausilio (TAPPER) per segnalare all'atleta l'approccio alle virate e l'arrivo. Il nuoto è presente nel programma dei Giochi Paralimpici a partire dall'edizione di Roma 1960. È una disciplina consigliata a qualsiasi età. L'ambiente acquatico, la completezza dei gesti, la loro valenza coordinativa, in assenza di ausili, rendono armonico lo sviluppo e la consapevolezza del proprio corpo.

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